Davide Oldani

Davide Oldani

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Davide Oldani

 

Davide Oldani ha, forse (perché il percorso può portare sempre a nuovi orizzonti), finalmente trovato la sua  vera casa.

Questa é la sensazione che si prova varcando le soglie del nuovo D’O, quando si avvicina e ci accompagna per illustrarci le varie stanze che lo compongono, partendo dalla cucina (rigorosamente a vista), il tinello, la sala ed il salotto, con una grande vetrata a vista su uno “concentrato di spaccato lombardo”, con la piazza di San Pietro all’Olmo e la vista sulla facciata della chiesa vecchia e “tanto altro’ (che non voglio anticiparvi, perché vi toglierei il piacere di sentirlo raccontare da Davide Oldani, quando vi siederete ad ammirarne lo scorcio).

Un contrasto apparente tra l’innovazione “evidente” che si coglie ad ogni colpo d’occhio lanciato alla struttura, agli arredi ed ai particolari del nuovo D’O e la bruma che avvolge il paesaggio esterno, che é già sintesi di un percorso architettonico, mai appagato ed orgoglioso nel mostrarsi nella sua evoluzione architettonica, con la posa di un’opera contemporanea dell’artista Velasco Vitali e l’olmo che é tratto d’unione tra l’esterno e l’interno….

Ecco l’ennesimo filo che unisce la “filosofia’ di Davide Oldani al luogo, alla casa, al locale che ha deciso di aprire in un contesto in cui si sente, appunto, a casa.

Come lui stesso dichiara “devo molto a questo paese, sono riconoscente per la tipicità del luogo e della cucina. Anche la produzione di riso mi lega a questa terra e rappresenta per me un modo di fare cucina”, a questo aggiungiamo l’amore che prova per il contesto, quella piazza nella cui chiesa  il cibo era distribuito ai bisognosi ed in cui ha riportato una cucina basata su eccellenti ingredienti.

Nel nuovo D’O, in cui risulta evidente l’approccio e la filosofia di Davide Oldani, non manca lo spazio dedicato alla ricerca e, come ogni casa che si rispetti, l’ambiente che gli ha dedicato é lo “studio”, al piano inferiore, dove il logo Samsung Club des Chefs svela contenuti ipertecnologici abbinati ad eleganza e forma innovativa, come il piano cottura che si presenta in una veste nuova, a legare l’immagine della fiamma con la tecnologia dell’induzione…

Davide Oldani Davide Oldani

Naturalmente, sempre al piano inferiore, ecco la cantina che non può che essere la degna conclusione della visita  e ci invoglia ad accomodarci sulle sedie (inutile dirvi che la loro progettazione, come quella dei tavoli, dei bicchieri e delle stoviglie nasce da disegni del “padrone di casa”).

Davide Oldani

L’occasione per varcare le soglie del nuovo D’O é legata alla serata organizzata da Gazzagolosa, Gazzetta dello Sport e Samsung, per assaggiare i panettoni selezionati, in abbinamento con piatti che Davide Oldani ha preparato per l’evento, ed é stata l’occasione per scoprire (e fare assaggiare ai Maestri pasticceri presenti) il panettone Galup firmato Davide Oldani, con riso candito.

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Un menu unico, tanto quanto unica l’opportunità di assaggiare, insieme, cinque lievitati di tale prestigio in un contesto simile, accompagnati da eccellenti vini e champagne (cito, per campanilismo e gusto personale, l’ottimo cabochon firmato Monterossa).

Ed eccovi gli scatti delle portate, insieme al menu che li descrive ed all’abbinamento con i vari panettoni.

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Fausto

Fausto

Nato a Reggio di Calabria, dove ho vissuto i miei primi 20 anni, ne ho trascorsi una decina in giro per l'Italia lavorando, per decidere di stabilirmi in provincia di Brescia.

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