Inimitabile gattò di patata

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Dunque, la zia Rosa lo faceva in forno (con tutti gli ingredienti, tra cui un salame nostrano ottimo, amalgamati), mia suocera Carmelina lo faceva in padella (e non mancavano burro ed un cuore di mortadella slurposissimo), mio padre lo faceva a strati (in forno, con prosciutto, provola ed uovo bollito), sto parlando di un piatto “povero” che è parte integrante dell’infanzia di molte generazioni meridionali, con le mille varianti che possono essere legate agli “avanzi” o ai metodi di cottura.

Ciò che conta è il gusto, il profumo inconfondibile e la sofficità di uno dei miei piatti preferiti, in questo caso fatto per un’occasione speciale “un compleanno” di Anna (non potrò mai svelarvi l’età di mia moglie, potrò dirvi che è stata una portata del suo ultimo compleanno).

Un menù a base di patata, un alimento che è simbolo della versatilità in cucina (solo cruda non si presta ad essere utilizzata), a vapore, fritta, al forno, al cartoccio, a purè, in vellutata, negli gnocchi, a millefoglie, ripiena … insomma una vera ancora di salvezza in ogni occasione, si sa “vestire” per le grandi occasioni ed accompagna piatti semplici completandone il gusto.

L’idea di una miniporzione di gattò “vestita” da torta è scattata qualche giorno prima del compleanno, mentre preparavo il menù che avrei fatto a cena (prendendo un pomeriggio di permesso al lavoro), sapendo quanto patata e gattò hanno deliziato Anna, fratelli, sorella ed amici negli anni trascorsi a Reggio Calabria ed avendo fatto spesso varianti di ogni tipo, ecco l’idea di usare l’impasto base per creare questa mini-torta e del purè per decorarlo con sac  a  poche.

Stavolta patate rosse e ripieno tradizionale “chez-suocera” con un immancabile tocco “chez-moi”.

 

Fausto

Fausto

Nato a Reggio di Calabria, dove ho vissuto i miei primi 20 anni, ne ho trascorsi una decina in giro per l'Italia lavorando, per decidere di stabilirmi in provincia di Brescia.

5 commenti

    1. Grazie, spesso la monoporzione rende il piatto più elegante

  1. la prima volta che ho mangiato un vero gattò di patate è stato a Reggio Calabria e l’ha preparato mia suocera. Dentro c’era di tutto compresi i pezzetti di salame e provola. Buono!!!

    1. E si Marina, non credo ci sia calabrese che non abbia mangiato il gattò, ed ogni famiglia ha la sua ricetta..

Ciao, grazie di avere visitato il mio post, mi farà piacere rispondere a qualsiasi tua domanda,

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