Involtini di spada
Involtini di spada e Reggio di Calabria sono un binomio inscindibile, basta passare sul litorale di Bagnara per vedere (in bella mostra) le spadare, con le loro altissime torrette e la passerella che si protende sul mare.
A casa, da piccoli, si sentiva il rumore della “lambretta” (l’Apecar era un mezzo molto usato per trasportare qualsiasi merce), poi il classico grido: “Alici e pruppi!!!!” (alici e polpi), o “custardeddi” (costardelle, che sono un pesce azzurro locale).
Ogni commerciante ambulante aveva il suo richiamo riconoscibile e si passava dal “facitivi a provvista ri patati” (fate la vostra provvista di patate) a “varechina la vibonese” (candeggina di una marca di Vibo Valentia), e poi c’era don Paolo (il lattaio), lui non gridava ma suonava il clacson e noi uscivamo a dargli la bottiglia vuota (rigorosamente di vetro) e ritiravamo quella piena di latte fresco, ma questo è un altro capitolo …
Erano i suoni che portavano il mercato in casa e quando la “treruote” si fermava, si creava il classico capannello da bancarella … vociare, contrattare, schernirsi, tutto contribuiva a creare un’atmosfera unica.
A volte, don Pepè, (un pescatore, nato pescatore, figlio di pescatore, con la faccia da pescatore, la voce da pescatore, le mani da pescatore ma i modi da “zio buono”) non si fermava davanti casa nostra, a volte mio padre lo incontrava più avanti, attorniato da quattro o cinque clienti e, se sollevava lo sguardo e diceva:“Prussuri, pi vvui pisci non ndavi” (professore per voi pesce non ce n’è), voleva dire che il pesce non era fresco di giornata….
Se arrivava con pesce spada appena catturato (preda di una spadara di Bagnara), ecco che l’Apecar si fermava davanti casa nostra e “u Prussuri” (mio padre, insegnante, così soprannominato) usciva per comprarne delle fette.
A casa nostra si faceva alla griglia, con l’immancabile “sarmurigghiu” (olio, limone, aglio ed origano selvatico), oppure si facevano gli involtini … gli involtini di spada che prendevo sempre al ristorante e che sono uno dei sapori della mia infanzia, indelebili ricordi della mia famiglia riunita attorno al tavolo….
Se trovo pesce spada che abbia un colore ed un’aspetto che mi piace, ecco che “u Prussuri” che c’è in me non riesce a fare a meno di prenderne un bel trancio per ritornare a gustare, non solo qualche involtino di spada, ma anche il “gusto” del rumore dell’Apecar, del vociare attorno a don Pepè e dell’armeggiare di mio padre per preparare “u sarmurigghiu“.
Questa è una variante ai tradizionali involtini di spada , arricchita da elementi diversi dall’agrodolce siciliano e dal “solo salato” reggino, serviti con contorno di chips di patata (cotte a microonde) aromatizzate con erbe provenzali.
Gli aromi ed il sapore dei pomodorini confit bene si sposano con mazzancolle, pesce spada ed origano selvatico, esaltandone le “note” meridionali.
Con questa ricetta contribuisco alla giornata Nazionale del pesce spada http://www.aifb.it/calendario-del-cibo/giornata-nazionale-del-pesce-spada/ , curata da Mariana Bonello,