Fraganza di pane

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Mia zia Ciccilla era una di quelle donne che, oggi, è possibile vedere nei film d’epoca (anzi è proprio possibile vederla in qualche fotogramma de “Il ragazzo di Calabria” di Comencini), nel suo immancabile abito scuro da campagnola e con quegli stupendi occhi colore del mare Jonio che bagnano il paese in cui ha vissuto.

A Palizzi Marina, in quegli anni, molti avevano l’abitudine di accendere il forno a legna la domenica, a casa Pontari (la zia) Crea (lo zio Enrico), era il giorno dei maccheroni al ferretto con il sugo di capra ed il giorno dedicato alla panificazione.

Unico combustibile in uso, la legna, e lo scoppiettare sotto il pentolone ed il vociare delle donne che impastavano e preparavano maccheroni e pagnotte facevano da sottofondo ai nostri giochi in cortile.

Il sapore di quel pane, il profumo intenso e la freschezza (anche dopo giorni), sono frutto di tante e tante domeniche della mia infanzia, in un cortile dove trovavano spazio vasi con geranei, il pollaio, il forno e, sotto la tettoia, la cucina economica ed il lavatoio in pietra.

Come riassaggiare qualcosa di simile, certo non uguale ma il più somigliante possibile a quelle pagnotte che rinnovavano ogni volta il rito che si ripeteva nella madia, grazie a mani sapienti ed una pazienza di cui oggi si è quasi persa traccia?

Devo dire grazie a Monica, dalla sua “Gigietta” nasce la mia “Ginevra”…, ecco la storia del mio Lievito Madre che è entrato a far parte delle ricette che richiedono lievitazione e che mi ha riportato alla mente quel cassetto dei ricordi da riaprire …   il mulino di Bova Marina dove andavamo a portare il grano da macinare …

La scelta di prodotti “sinceri” mi ha portato ad utilizzare una farina Buratto, macinata a pietra, del Mulino Marino.

Oggi ho seguito la ricetta che mi ha consigliato la mia amica, passo passo dal suo sito, con delle minime variazioni:  http://lalunasulcucchiaio.blogspot.it/2013/10/pagnotta-semplice.html

Difficile resistere alla tentazione di tagliarla subito e difficile non rimanere ammaliati dal suono che genera “battendo” il fondo… vero zia?

 

4b Sciogliere  molto bene il lievito madre nell'acqua , aggiungere il malto  (o miele ),  la farina (non avendo la "Buratto" usare una zero, una uno o una di farro),  impastare per circa 5 minuti e dopo unire il sale. Continuare ad impastare (con impastatrice con gancio, a bassa velocità) sino ad ottenere un impasto elastico (incordatura), per circa 15 minuti e trasferire tutto in una ciotola infarinata e coprire, conservando a temperatura ambiente (tra i 20 ed i 22 gradi)
Fare delle pieghe ( tipo Stretch and Folding) in ciotola dopo avere fatto riposare 60' minuti l'impasto.
Dopo 6/7 ore l'impasto dovrebbe essere raddoppiato, capovolgerlo sulla placca da forno (spolverata con farina di semola), dare la forma alla pagnotta senza sgonfiare l'impasto, cospargerla con altra semola e praticare dei tagli con una lametta e spruzzare(acqua) con vaporizzatore.
Infornare a forno tiepido (120 gradi) ma puntato in salita 240 gradi, dopo 40'minuti abbassare la temperatura a 200 gradi e lasciare cuocere per altri 15/20'minuti.
Sfornare  e lasciar raffreddare la pagnotta su una griglia, se riuscirete a non tagliarla prima, lasciare tutta la notte a riposare.
2b
Fausto

Fausto

Nato a Reggio di Calabria, dove ho vissuto i miei primi 20 anni, ne ho trascorsi una decina in giro per l'Italia lavorando, per decidere di stabilirmi in provincia di Brescia.

2 commenti

  1. Bravo fausto hai un ottima memoria, non ti sei scordato nulla. Ti saluto ✋ io mi chiamo enrico crea.

Ciao, grazie di avere visitato il mio post, mi farà piacere rispondere a qualsiasi tua domanda,

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