parmigiana

Parmigiana chezmoi

Parmigiana

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Parmigiana, un nome che mi evoca un mare di ricordi della mia infanzia a Reggio Calabria, immancabile in ogni pic-nic degno di questo nome nella versione “classica”, è uno di quei piatti che “riposato” acquisisce sapore ma che ben difficilmente (a meno di averne preparato quantità pantagrueliche) arriva al giorno dopo.

Fare pasquetta senza la parmigiana è come andare a mare senza il sole (diceva una mia zia) ed ai tempi della mia comitiva “storica”, ecco che la parmigiana della Signora Iaria diventava rito e festa (non chiedetemi perché, quale trucco usasse o che ingredienti ci fossero), io so solo che, dopo avere mangiato le prime fave fresche (insieme al salame), dopo avere messo ogni piatto “in comune”, cotolette, pasta al forno, polpette, pane di grano, cudduraci, uova di cioccolata rotte, colombe pasquali ed agnelli di marzapane, il gusto della parmigiana era quello che riusciva a rimanere ben vivo anche dopo avere mangiato i dolci.

Quando ho conosciuto Anna, non mangiava le melanzane e, per anni, non ha voluto assaggiarla né fritta, né ad involtino, né impanata ed in nessun’altra versione ma, dopo averne sentito il profumo in mille occasioni ed averla vista preparare tante volte, un giorno ha capitolato assaggiando l’immancabile teglia di parmigiana appena sfornata (a casa di amici, lei friulana e lui calabrese, ad Udine).

Da allora si è unita anche lei alla schiera dei seguaci di questo vero e proprio “culto” che prevede l’uso della melanzana violetta e i pochi ingredienti che la tradizione impone (con fette rigorosamente fritte in olio d’oliva, passata di pomodoro, pangrattato, parmigiano, mozzarella e basilico) e, naturalmente, accetta di buon grado anche le immancabili variazioni che le propongo.

Un’ultima nota per dirvi che, personalmente, non mi schiero con nessuna delle varie scuole di pensiero che ne attribuiscono l’origine storica alla cucina siciliana, alla campana o a quella parmense, l’unica cosa che conta, quando si parla di parmigiana, è avere a portata di mano del buon pane per pulire il piatto!!!!!

 

parmigiana

 

Tagliare a fette la mozzarella e metterla a spurgare, scottare i pomodorini datterini, pelarli e tagliarli in due, tagliare a fette alte le melanzane e le zucchine, spennellarle con olio e. v. o. e grigliarle da entrambi i lati. In tegliette monoporzione adagiare una fetta di melanzana, pizzico di sale, speck. mozzarella di bufala ed un paio di pomodorini, sovrapporre la fetta di zucchina,pizzico di sale, mozzarella, pomodorini e parmigiano reggiano. Infornare a 190 gradi per 15 minuti e servire ben gratinato.
Fausto

Fausto

Nato a Reggio di Calabria, dove ho vissuto i miei primi 20 anni, ne ho trascorsi una decina in giro per l'Italia lavorando, per decidere di stabilirmi in provincia di Brescia.

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