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Perché se “Du gust is megl che uàn”, tre gusti è ancora di più … questa la filosofia che c’è dietro un tris di involtini (o “braciolette” per usare un termine caro a mia suocera Carmelina), carni diverse e diversi ripieni, in verità semplicissimi da preparare se avete un piano da cucina ampio e voglia di cimentarvi in una gara di gusto e colori.
A me piace lasciarli “riposare” qualche minuto, tagliarli a fette grosse ed impiattarli in modo che risaltino i contrasti di colore, anche perchè (come diceva un mio amico accostando il calice pieno di vino al bulbo oculare): “Anche l’occhio vuole la sua parte”.
La prima volta è stata una necessità nata dal fatto che mi avanzano un paio di fette di petto di pollo e qualche fettina di manzo, ecco nascere il mio primo bis di involtini, presto diventato ter (o tris che dir si voglia) alla volta successiva.
Non so dirvi quando arriverò ad aggiungere anche il quarto accostamento ma per ora mi accontento di dire “Tre gust is megl che uàn!!!!”