Un, due, tre … braciolette!!!!

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Perché se “Du gust is megl che uàn”, tre gusti è ancora di più … questa la filosofia che c’è dietro un tris di involtini (o “braciolette” per usare un termine caro a mia suocera Carmelina), carni diverse e diversi ripieni, in verità semplicissimi da preparare se avete un piano da cucina ampio e voglia di cimentarvi in una gara di gusto e colori.

A me piace lasciarli “riposare” qualche minuto, tagliarli a fette grosse ed impiattarli in modo che risaltino i contrasti di colore, anche perchè (come diceva un mio amico accostando il calice pieno di vino al bulbo oculare): “Anche l’occhio vuole la sua parte”.

La prima volta è stata una necessità nata dal fatto che mi avanzano un paio di fette di petto di pollo e qualche fettina di manzo, ecco nascere il mio primo bis di involtini, presto diventato ter (o tris che dir si voglia) alla volta successiva.

Non so dirvi quando arriverò ad aggiungere anche il quarto accostamento ma per ora mi accontento di dire “Tre gust is megl che uàn!!!!”

Disporre le fettine di carni miste sul piano cottura e batterle bene (sottili), distribuire su ognuna uno strato di pangrattato e parmigiano ed iniziare a farcire con le carote e gli asparagi (che avrete cotto a vapore e tagliato a bacchette), con le foglie di lattuga, le fettine di formaggio e di affettato. Poche accortezze, arrotolandoli accostare sempre braciolette di dimensioni simili ed uguale carne, avvolgere nel lardo (o pancetta) le carni di pollo o tacchino,  passare nel pangrattato e parmigiano avanzato l'esterno degli involtini e fermarli con spiedini lunghi. Padella sul fuoco (a fiamma viva) con un goccio d'olio, rosolare bene l'esterno da entrambi i lati, sfiammare con il brandy, aggiungere mezzo bicchiere d'acqua e terminare la cottura ben coperti ed a fiamma bassa. Io finisco la cottura togliendoli dallo spiedino (gli ultimi quattro/cinque minuti) e cuocendo anche i lati che risultano meno cotti (essendo a contatto l'uno con l'altro), potete servirli interi o, se preferite, fare come in questo caso.   P. s. Dimenticavo la maizena, utilizzatela per addensare il fondo di cottura.
Fausto

Fausto

Nato a Reggio di Calabria, dove ho vissuto i miei primi 20 anni, ne ho trascorsi una decina in giro per l'Italia lavorando, per decidere di stabilirmi in provincia di Brescia.

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